Con l’apertura del nostro nuovo Concept Store e l’arrivo della nostra nuova newsletter “Storie dal Retrobottega” siamo sicure che riusciremo a raggiungere molte più persone di quante ne abbiamo conosciute fino ad ora. E non vediamo l’ora!
Il passare del tempo e la nostra metamorfosi del triennio 2020-2023 va però fermata su carta (o su pagina web), quindi: ci siamo fatte intervistare!
Una bellissima intervista doppia in stile Le Iene, che permette a chi ancora non ci conosce bene di farlo e a chi ci segue da tempo di magari scoprire qualcosa di più di noi e del nostro mondo V17.
Speriamo tanto che vi piaccia e che vi lasci un sorriso sul volto. Buona lettura!
V17 nasce da due amiche con tante cose in comune
Nome?
S: Susanna.
G: Giulia.
Come vi siete conosciute?
S: Ci siamo conosciute in spiaggia Diano Marina. Sentivo Giulia parlare di una vacanza studio a Malta, dalla quale era appena tornata e mi sono incuriosita visto che sarei dovuta partire la settimana dopo per la stessa meta.
Le ho fatto un po’ di domande e poi non abbiamo più smesso di parlare e scoprire tutte le cose che ci accomunano, dal segno zodiacale all’università a cui ci eravamo iscritte. È da lì poi che è partita l’amicizia.
G: Ci siamo conosciute nel luglio 2006 in spiaggia a Diano Marina.
Il primo ricordo che avete insieme?
S: Per me è proprio la spiaggia di Diano Marina.
G: Per me invece è un flash di subito dopo che ci siamo conosciute. Quella sera siamo uscite dal campeggio e siamo entrate nella macchina di Susi per andare a ballare. Non ho idea perché sia la prima cosa che mi viene in mente, ma è proprio stampato nella mia memoria.
La cosa più pazza / strana / particolare che avete fatto insieme?
S: Forse V17.
G: Un Capodanno a Istanbul siamo rimaste chiuse in un negozio di tappeti circondate da uomini turchi che volevano venderci dei tappeti. Per salvarci dalla situazione ho iniziato a parlare in piemontese per non farmi capire (dato che l’italiano lo conoscevano) e siamo riuscite a dileguarci.
Cosa facevate prima di aprire V17?
S: Io facevo tantissime buste paga, dipendenti, assunzioni, contabilità di tutto e di più. Lavoravo da una consulente del lavoro che faceva anche contabilità.
G: Io lavoravo nell’ufficio qualità di un’azienda aeronautica.
L’idea di aprire un negozio e le sfide derivanti da questa scelta
Perché avete deciso di aprire un negozio?
S: Eravamo stanche di fare mercatini. (ride)
In realtà è un po’ un sogno, che è venuto fuori nel tempo.
Abbiamo iniziato venerdì 17 luglio del 2015 e man mano che portavamo avanti il nostro lavoro diurno e i mercatini nei weekend è venuto poi automatico dirci “apriamo uno spazio tutto nostro”.
G: Perché era l’unica cosa che sapevamo veramente fare e volevamo fare nella vita.
Avere un negozio è come ve lo aspettavate?
S: No, assolutamente. Avere un negozio non è come ce lo aspettavamo. Non avevo mai avuto qualche esperienza diretta di persone con negozi vicino a me che mi potessero raccontare, quindi non avevo aspettative vere e proprie.
Però mi rendo conto che noi avevamo delle diciamo false credenze. Da un lato pensavamo che avremmo avuto un sacco di tempo libero, perché ovviamente uno s’immagina che in negozio si lavori quando c’è gente, invece il tempo libero non c’è mai, perché quando c’è gente è il momento in cui lavori meno di tutti. C’è tutto il lavoro di back che non avevamo valutato.
Dall’altra parte non ci aspettavamo di creare delle relazioni, perché tante volte noi non pensiamo a delle persone come clienti.
Abbiamo avuto la fortuna di creare delle bellissime relazioni con chi frequenta V17.
G: No.
Dal di fuori sembra tutto molto semplice, tutto molto facile. Nel momento in cui entri e apri un tuo negozio capisci che si apre veramente un mondo, oltre che quello che gli altri vedono in base alla vendita.
C’è un dietro che nessuno si aspetta.
Tre cose che avete imparato avendo un negozio.
S:
- Se penso al negozio come attività commerciale ho imparato che devi essere sempre super aggiornato su tutto. Non devi mai lasciar perdere la newsletter della Camera di Commercio o la newsletter del Sole 24 Ore.
- Se lo penso invece come vita e aggregazione, non mi sarei mai immaginata di creare un bell’ambiente, un luogo dove stare bene, per noi e per gli altri.
- Che non impareremo mai a fare gli ordini giusti, è impossibile.
Le persone cambiano continuamente, cambiamo noi, cambia il mercato quindi è impossibile.
G:
- La pazienza.
- Sto imparando l’organizzazione.
- Scegliere e vivere con una persona con cui vai d’accordo, ma che è comunque diversa da te.
La vostra amicizia è cambiata da quando avete aperto V17?
S: La nostra amicizia è cambiata, si.
Prima era magari relativa al tempo libero da passare insieme, nei weekend, a cena, eccetera. Adesso questi aspetti sono diminuiti tantissimo, perché stiamo insieme 45 ore alla settimana e quindi fuori di qui vediamo altre persone.
Però quando, per esempio, andiamo alle fiere insieme, Giulia e Susanna di prima ritornano, perché riaffiora quella voglia di esplorare il mondo insieme.
G: Si, certo.
Rimane sempre l’amicizia di base, ma lavorando insieme emergono caratteri diversi e la spensieratezza di un’amicizia da “tempo libero” non viene meno, ma cambia.
Si perde un po’ il lato giocoso dell’amicizia che c’è sempre, ma non è più lo stesso: ora, oltre che essere amiche, siamo socie e viviamo di questo.
Le prospettive future di V17 Concept Store
Rifareste questa scelta?
S: Sempre.
Per quanto mi riguarda è stata la prima scelta consapevole della mia vita. Sono sempre andata avanti per inerzia, non sapevo mai bene che cosa fare, non mi sono mai domandata che cosa sapessi fare, quale fosse il mio talento, che cosa mi facesse stare bene. Quando alla soglia dei 30 anni ho iniziato a chiedermelo è emersa la risposta.
Quindi si, è una scelta consapevole, che sono contentissima e grata di aver fatto e rifarei sempre.
G: Sì.
Ci chiediamo sempre : “ ma perché non l’abbiamo fatto prima?”
Come immaginate il futuro di V17?
S: Non lo immaginiamo. V17 si potrebbe trasformare in tantissime cose.
Perché è un progetto che è partito d’impulso, con due ragazze che sapevano più o meno fare dei braccialetti con dei bulloni e poi si è trasformato nel tempo. Prima i mercatini, poi un piccolo negozietto con laboratorio.
Adesso è un Concept Store, in cui il nostro lavoro principale è la ricerca e la selezione di ciò che vendiamo, con il comune denominatore, che tutto quello che le persone trovano qui dentro dev’essere bello, ma accessibile.
La nostra fortuna è stata di poterci trasformare velocemente in tre anni e quindi chissà i prossimi tre anni cosa ci porteranno. Vediamo cosa succederà.
G: Non si fermerà qua. Non lo immaginiamo fermo a dove siamo ora, perché di progetti e cose che ci piacerebbe sviluppare ce ne sono ancora molte.
Speriamo l’intervista vi sia piaciuta, presto sarà disponibile anche la versione video con alcune domande extra e tutte le nostre reazioni live e molto divertenti, seguiteci su Instagram per non perdervela!